Donato Leo è autore di uno studio sul rapporto tra fotovoltaico, batterie e prezzi dell'energia all'ingrosso in Italia. Le simulazioni di deep learning di Leo suggeriscono cambiamenti nei prezzi dell’energia con l’aumento della capacità della batteria installata.
In qualità di esperto di energia integrato nelle operazioni di pubblica utilità, Leo utilizza codici di deep learning e machine learning per analisi e previsioni per analizzare e simulare scenari di mercato e ottimizzare le strategie di gestione del portafoglio. Nella sua analisi più recente, Leo ha utilizzato tecniche di deep learning per simulare le tendenze PUN riguardanti l’installazione di batterie su scala industriale. Il PUN (acronimo di Prezzo Unico Nazionale) – prezzo di riferimento all’ingrosso dell’energia elettrica acquistata sul mercato della Borsa Elettrica Italiana (IPEX – Italian Power Exchange) – rappresenta la media ponderata nazionale dei prezzi zonali di vendita dell’energia elettrica per ogni ora e per ogni giorno.
I grafici della domanda di elettricità nelle reti elettriche assomigliano un po’ a un’anatra o a un cammello (chiamata qui la curva a dorso di cammello), con punti alti al mattino e alla sera, quando le persone fanno affidamento sulla rete, e un grande calo nel mezzo della giornata, che è anche il momento in cui molte persone utilizzano invece il proprio solare e hanno bisogno di meno dalla rete.
Secondo Leo, i BESS riducono il prezzo massimo dell’elettricità, aumentano il prezzo minimo e hanno un effetto stagionale sul prezzo medio: diminuirebbe nei giorni con poco sole e aumenterebbe leggermente in caso di elevata produzione fotovoltaica.
I BESS consentono al fotovoltaico di evitare l'immissione in rete durante le ore diurne con PUN basso e di immettere elettricità nella rete durante le ore più buie e con PUN elevato. Ciò può ripagare i costi più elevati per BESS e aumentare i guadagni, ma dipende dal contesto, giusto? Puoi spiegare?
Donato Leo: La forma della curva PUN è strettamente legata alle peculiarità del parco di generazione, che, nel caso del fotovoltaico, non è ancora dotato in modo massiccio di BESS ed è quindi costretto a produrre e immettere durante le ore di sole. La progressiva adozione del BESS (e lo sviluppo di servizi di accumulo forniti da terze parti) porterà gli operatori fotovoltaici a immagazzinare energia durante le attuali ore di sole a remunerazione inferiore per poi immetterla in rete durante le ore di punta del PUN, probabilmente appiattindo l’attuale camelback. curva. Se questo è uno scenario plausibile, è chiaro che, in un simile contesto, maggiori guadagni potranno godere per un certo periodo gli operatori PV utility scale che per primi utilizzeranno il BESS, perché troveranno inizialmente invariata l’attuale “curva a cammello” del PUN ( o quasi), con la sua notevole differenziazione giornaliera tra PUNmax e PUNmin diurni.
Hai utilizzato tecniche di deep learning per creare un algoritmo per capire come la curva PUN, ora precisamente a forma di cammello, potrebbe cambiare. Entrando nel dettaglio, sembra che la curva perderebbe la seconda gobba serale, conservando solo la prima nelle ore in cui l'apporto energetico è assente. Oppure entrambe le gobbe sarebbero comunque appianate, giusto? Cosa significherebbe per la remunerazione della batteria?
DL: Vorrei premettere questo dicendo che l'algoritmo di cui hai visto i risultati nei miei post su Linkedin è il risultato dell'addestramento iniziale della rete neurale convoluzionale (CNN), basato sui dati storici del mercato azionario orario e del bilancio energetico del 2023, e questa prima parte del 2024. Pertanto, le relative previsioni vanno prese con la dovuta cautela, tenendo anche conto che, negli esempi da me postati, ho ipotizzato drastici e massicci spostamenti della produzione fotovoltaica dalle ore diurne a quelle serali: in mezzo, però, ci sono gli impatti delle strategie imprevedibili degli operatori, in reazione a quelle adottate dai first mover.
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Fonte da rivista pv
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